Il top dei criminologi per un povero diavolo. Carmelo Lavorino, investigatore
che ha lavorato ai casi più famosi (via Poma, Marta Russo, Donato Bilancia,
il mostro di Firenze, fino all'ultimo di Cogne), indagherà sull'omicidio
di via Ceva, laterale di viale Piave, avvenuto il 5 marzo scorso.Quel giorno
fu ucciso, al culmine di una lite pare per futili motivi, Ben Salem Hafedh Sallemi,
tunisino di 22 anni.
Lavorino è stato chiamato dal suo amico e collaboratore Dante Davalli,
ex carabiniere e oggi investigatore privato, a sua volta ingaggiato dall'avvocato
Ernesto D'Andrea, nominato dalla Procura difensore dell'extracomunitario finito
sul registro degli indagati con l'accusa di omicidio volontario. Si tratta di
un marocchino, in Italia senza permesso di soggiorno, fotosegnalato dalla questura
prima dell'omicidio con quattro nomi diversi.
«Ho accettato per motivi di scienza - ha spiegato Lavorino - e perché
è giusto aiutare chi si trova in difficoltà. Non bisogna sempre
muoversi per le parcelle...». Ed è un concetto sposato in pieno
anche da Davalli e D'Andrea.
Tutti e tre ieri pomeriggio hanno iniziato a lavorare per fare luce su ciò
che accadde quella notte in via Ceva, a due passi dal bar Leone. «Vogliamo
valutare effettivamente - hanno detto i tre - se l'accusato ha veramente commesso
l'omicidio».
Ieri, intanto, il pool difensivo e l'esperto balistico Paolo Romanini, consulente
del pubblico ministero Lucia Russo, hanno effettuato un sopralluogo in via Ceva,
dopo di che si sono trasferiti in questura dove hanno analizzato l'esito dell'esame
autoptico e visionato le fotografie scattate dalla polizia scientifica.