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Cosa fare sulla scena del crimine

 «Soccorritori sulla scena del crimine». E’ stato questo il tema di un dibattito che si è svolto all’interno dell’aula magna dell’università, organizzato dal Comitato locale della Croce Rossa. A parlarne il colonnello Luciano Garofano, comandante del Ris dei carabinieri di Parma, l’ispettore capo Roberto Rocchi in rappresentanza del comando provinciale della polizia stradale e la penalista Enrica Sassi per l’ordine degli avvocati reggiani. Tanti i partecipanti al convegno, giunti da tutta la regione.
 A introdurre l’argomento il procuratore capo della Repubblica, Italo Materia, che ha voluto sottolineare l’importanza di un tema così particolare per chi si trova ad operare in un’area dove intervengono decine di persone.
 In tale contesto, ha sintetizzato Materia, il lavoro svolto dal personale sanitario assume un ruolo di rilevanza non soltanto per l’opera prestata, ma anche per quelle indicazioni che può fornire alla polizia giudiziaria.
 Un argomento ripreso ampiamente ed illustrato da una lunga relazione del colonnello Garofano, comandante dei Ris di Parma, che ha inteso mettere alla luce i più idonei comportamenti che i soccorritori debbono avere per non modificare o cancellare eventuali prove che si trovano sul luogo del delitto.
 Analogo argomento è stato ripreso dall’ispettore Rocchi per quanto riguarda gli incidenti stradali, laddove i soccorritori devono innanzitutto effettuare l’intervento di emergenza in massima sicurezza e di seguito fare in modo che talune tracce non vengano subito cancellate. Più tecnico ma altrettanto efficace l’intervento dell’avvocato Sassi, che ha risposto alle numerose domande sulla riservatezza dei dati acquisiti e sul ruolo dei soccorritori in un contesto delittuoso. Proprio il legale reggiano ha ricordato come chi presta soccorso si trovi ad essere un testimone dell’evento anche se a posteriori. A chiudere gli interventi Dante Davalli, investigatore privato reggiano e coordinatore del dibattito nella sua veste di volontario Cri.