Dicono di noi

Falsi abusi. Quel “pasticciaccio brutto” della bassa modenese

Così definì tutta la vicenda l’onorevole avvocato Aurelio Cortelloni,… con ragione, alla luce della recente assoluzione (9 Giugno scorso) con formula piena dei coniugi Covezzi. Ritengo opportuno esporre queste mie riflessioni, più da cittadino che da addetto ai lavori, premetto che ho operato in provincia di Modena ai tempi del mio servizio nell’Arma dei Carabinieri, che sono titolare di un istituto di investigazioni private e presto opera come volontario in una associazione antipedofilia. In questa veste, già nei primi anni 2000, esprimevo pubblicamente forti dubbi sulla consistenza e veridicità dei fatti che allora riempivano le cronache. La vicenda nasce a metà degli anni ‘90, dalle accuse di una bimba, già affidata ai servizi sociali causa il disagio della famiglia, accuse che via via coinvolgevano un numero crescente di adulti, oltre ai quattro cuginetti, figli dei Covezzi, alla fine erano diventati satanisti un incredibile campionario di cittadini, parroci, professionisti, genitori, zii, persino una maestra di Mantova che nessuno aveva mai conosciuto nel modenese, i bambini allontanati dalla famiglia, in virtù dei “sostegni psicologici” ricevuti, iniziarono a raccontare. Cito alcuni di questi racconti inverosimili, tratti da notizie di stampa: La madre dei bambini in pieno giorno portava iØ quattro figli al cimitero, li consegnava a Don Giorgio Govoni (deceduto prima dell’ assoluzione) li portava nel chiostro dove alla luce del sole venivano violentati da un gruppo di adulti; La notte poi nel cimitero avvenivano i ritiØ satanici, molti bambini erano sacrificati al demonio e decapitati, i corpi venivano appesi a ganci, poi don Giorgio finito il rito, li caricava sul suo Fiorino Fiat e li buttava dal ponte del paese, nel fiume Panaro, nessuna traccia sul furgone, furono spesi 280 milioni di lire per dragare il fiume, fu trovato solo un teschio risalente agli anni di guerra; "Mentre la gente visitava le tombe dei loroØ defunti, noi bambini, con in testa ed in coda un adulto, ci tenevamo per mano fino in fondo al cimitero davanti ad una cappella, ed ogni tanto la voce di un adulto diceva, “avanti un altro che gli facciamo del male”; Al cimitero ci andavamo di notte, in un camionØ nero, carico di bambini, guidato di volta in volta da parroci diversi (sei) ci legavano alle croci e ci tiravano addosso dei lunghi coltelli, cinque alla volta, ma il papà li tirava piano, così cadevano per terra, le altre sere, nel teatro della parrocchia timbravo ed uccidevo bambini. Naturalmente il giorno dopo a scuola.......tutto tranquillo, come se nulla fosse accaduto: nessuna lesione, nessuna traccia biologica, fotografica, testimoniale, un nulla pneumatico. Penso che racconti di questo genere, privi di un qualsiasi riscontro oggettivo, si commentino da soli, ciò che si è verificato nella bassa modenese, è una storia brutta, a cui neppure in tempo di guerra, per le persone, le modalità e gli affetti colpiti, avremmo mai assistito. Si è trattato di una vera e propria caccia alle streghe, con tanto di untori, inquisitori e bambini strappati alle famiglie, che ha colpito come una falce, immigrati dal sud e genitori della zona, parroci, madri, padri, insegnanti e tante famiglie per bene, una guerra santa, almeno in apparenza ispirata dalla più nobile delle intenzioni, proteggere i bambini, salvarli dal demonio, dagli abusi e dai riti satanici. UNA MISSIONE TANTO NOBILE DA TRAVOLGERE ANCHE LA VERITA’, CHE NEL NOSTRO NOME, NEL NOME DEL POPOLO ITALIANO DOVEVA ESSERE CERCATA SUBITO. Come è stato possibile arrivare a questo caso ? E al caso delle scuole di Brescia ? Sarebbe troppo facile attribuire questo ad un mero errore umano, limitarlo alle singole responsabilità, ragionare in questi termini vuol dire mettere la classica foglia di fico sulle vergogna di un sistema che non ha funzionato, almeno fino al processo d’appello. Erasmo da Rotterdam scrisse “i piu’ grandi mali si sono sempre infiltrati nella vita degli uomini sotto la fallace apparenza del bene”.....