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Orrendi abusi sul figlio, 6 anni

Conobbe la moglie durante uno dei suoi viaggi nel mondo, dove si presentava come giornalista per conto di un partito fortemente impegnato nella tutela dei diritti dei miserabili. Da quella relazione è nato un figlio, e un matrimonio con consequente convivenza a Modena. E’ finita che l’attivista politico è partito per un’altra ‘missione umanitaria’, abbandonando il figlio e la moglie, da cui si era separato, senza mai versare l’assegno degli alimenti, come per l’appunto prevedono i diritti. Ed è finita che questo padre è stato condannato in Tribunale a Modena per un reato orrendo: avere abusato sessualmente di suo figlio, che all’epoca dei fatti aveva 7 anni. La condanna (sei anni e sei mesi) è stata inflitta dai giudici Pasquariello, Truppa e Saracini, accogliendo al richiesta del pm Marco Niccolini. Lui, difeso dall’avvocato Paolo Petrella, ha sempre negato, parlando di una manovra orchestrata per vendetta. Circostanza tutt’altro che trascurata dai Servizi Sociali, al punto che il consulente Dante Davalli della parte civile, l’associazione “La Caramella Buona”, ha parlato in proposito di un comportamento inquietante. A raccontare per la prima volta degli abusi, nel 1999, fu proprio il bambino. Prima chiedendo ad un compagno di scuola se anche suo padre gli aveva fatto certe cose, poi svelando l’accaduto ai nonni paterni, arrivati in Italia dopo la separazione dei genitori del bimbo, per stare vicini alla figlia. A confermare le accuse i comportamenti del bambino che, pur di non incontrare il padre durante le visite protette, stava male e fuggiva rifugiandosi un po’ ovunque. Infine le perizie sulla attendibilità dei racconti. Scontata per certi aspetti quella della dottoressa Donati (consulente della procura), hanno convalidato quei racconti anche altri autorevoli periti dei giudici e della parte civile, gli esperti Biancardi, Pachì e Grossi. L’uomo è stato condannato a risarcire con 30mila euro il bimbo (rappresentato in giudizio per conto del giudice tutelare e del collega Marco Zanasi dall’avvocato Nicoletta Cavani). L’attivista politico è stato condannato anche a risarcire simbolicamente con 100 euro l’associazione onlus, rappresentata dall’avvocato Donatella Ferretti. Durante il processo, a porte chiuse, il pm Niccolini ha fatto notare all’uomo che per quanto meritevole potesse essere partire per il Kosovo per aiutare i profughi, doveva forse preoccuparsi di non abbandonare il bambino e l’ex moglie nell’indigenza. L’associazione “La Caramella Buona” di Reggio, che ha assistito la madre e si occupa di combattere fenomeni di pedofilia, è stata ammessa al processo come parte civile. E per la seconda volta in pochi giorni - fa notare una nota - ha anche ottenuto un risarcimento. L’associazione sta promuovendo una legge che escluda i pedofili da luoghi di lavoro frequentati da minori.